Gli incendi vengono divisi per categorie secondo una classificazione utilissima a determinare subito i metodi di estinzione più efficaci. Ogni classe è identificata da una lettera maiuscola da A ad F ma senza la E soppressa dal 2005 nella normativa Europea. La classe E è stata soppressa perché indicava la possibilità di utilizzo con apparecchi, cavi e quadri elettrici. Attualmente ogni sistema antincendio deve riportare un’indicazione specifica:
- non utilizzare su apparecchiature elettriche sotto tensione
- adatto all’uso su apparecchiature elettriche sotto tensione sino a 1000 Volt
I sistemi che riportano la dicitura (1) non sono utilizzabili in presenza di energia elettrica mentre quelli del tipo (2) si sino a 1.000 Volt. La tensione normale erogata dalle società elettriche è di 240 Volt per la corrente alternata monofase e 400 Volt per quella alternata trifase. Questo significa che i sistemi tipo (2) possono essere utilizzati in ambito domestico e negli uffici ma non per le cabine elettriche e gli impianti ad alta tensione. L’acqua conduce l’elettricità e quindi i sistemi che la impiegano non vanno utilizzati (estintori ad acqua, a schiuma, naspi, idranti, ecc.). Sono utilizzabili invece quelli a CO2 perché l’anidride carbonica non è conduttrice come la fibra di vetro delle coperte ignifughe che si rilevano più efficaci perché lo shock termico prodotto dal getto di anidride carbonica erogato a -80° gradi sotto lo zero distrugge irreparabilmente i circuiti elettronici.
Le classi degli incendi:
classe A solidi:
fuochi originati dalla combustione di sostanze solide, frequentemente organiche (legno, carta, carbone, fibre, ecc.) che formano braci ardenti
- utilizzare coperte ignifughe e estintori a schiuma
- meno efficaci estintori a polvere
- inefficaci estintori alogenati e a CO2
classe B liquidi:
fuochi originati dalla combustione di liquidi o di sostanze solide in grado di liquefarsi in grado di propagarsi più facilmente
- utilizzare coperte ignifughe e estintori a schiuma
- meno efficaci estintori a polvere, ad alogenati e a CO2
- non utilizzare gli estintori ad acqua
classe C gas:
fuochi originati dalla combustione di sostanze gassose quindi in grado di propagarsi in aria
- utilizzare coperte ignifughe e estintori a schiuma di tipo specifico
- meno efficaci estintori a polvere, ad alogenati e a CO2
- non utilizzare gli estintori ad acqua
classe D metalli infiammabili:
fuochi originati dalla combustione di particolari metalli come fosforo, sodio, litio, potassio, magnesio, alluminio (in polvere o trucioli). Sono rari ma estremamente pericolosi in quanto raggiungono temperature di combustione così elevata da rendere pericolosissimo l’uso di acqua. L’acqua viene infatti istantaneamente trasformata in ossigeno e idrogeno gassosi che alimentano le fiamme invece di spegnerle in quanto l’ossigeno le alimenta come comburente e l’idrogeno come combustibile.
- utilizzare coperte ignifughe
- meno efficaci estintori a polvere utilizzabili solo se dotati di polveri specifiche al boro e cloro
- non utilizzare gli altri tipi di estintori
classe F grassi e residui di cotture:
fuochi originati dalla combustione di sostanze grasse solide o liquide e dai residui delle cotture negli ambienti cucina sia domestici che professionali e industriali. Classe introdotta dalla normativa Europea dal 2005. Si tratta di fuochi che generalmente hanno origine nelle pentole e nelle padelle durante la cottura per autoaccensione delle sostanze grasse (olio, strutto, burro, ecc.). Possono essere prevenuti e estinti utilizzando normali coperchi da tenere sempre a portata di mano.
- utilizzare coperte ignifughe
- inefficaci gli estintori (ad eccezione di quelli a schiuma a base di solfato di potassio da utilizzare solo con contenitori grandi in modo da dirigere il getto schiumoso sulla parete del contenitore e non direttamente sulla sostanza incendiata). Gli estintori sono pericolosi perché il getto può provocare espulsione di sostanze ardenti intorno con propagazione delle fiamme